
Giacchino Mettere ‘a legge e Giacchino fuje ‘mpiso
1 Settembre 2022
A cchi parla arreto, ‘o culo ‘o risponne
1 Settembre 20226 AGOSTO 1863 – STRAGE DI PIETRARSA
Oggi vogliamo ricordare un evento, tra i più dolorosi e tristi nella storia di Napoli e di tutto il Sud Italia.
Durante l’età Borbonica le Officine di Pietrarsa erano il maggior stabilimento siderurgico del Sud Italia e insieme con le Reali Ferriere ed Officine di Mongiana costituivano il maggiore polo industriale dello Stato, anche perché esse erano state instaurate al fine di supportare la prima tratta ferroviaria d’Italia, la Napoli-Portici.
Il Polo vantava, inoltre, di una forza operaia pari a 1125 unità, dando lavoro a molte persone, per cui era considerata la miglior industria metalmeccanica di tutta Italia.
Dopo l’unificazione d’Italia fu fatto un bilancio rispetto ai costi sostenuti dalla fabbrica, fu portato avanti dall’ingegnere Felice Giordano, e ne risultò che a Pietrarsa si sostenevano costi fin troppo esosi per l’approvvigionamento di carbone inglese, ritenuto uno tra i migliori.
Conseguentemente fu fatta una razionalizzazione del settore siderurgico in favore dell’industria settentrionale.
Il 10 gennaio del 1863 lo stabilimento di Pietrarsa con quanto conteneva fu concesso in affitto, per 30 anni alla somma di 45.000 lire dal Ministro delle Finanze del governo Minghetti alla ditta di Iacopo Bozza; ciò portò alla riduzione progressiva dei posti di lavoro.
Da quel momento, lo stabilimento vide una lunga scia di scioperi da parte degli operai, ormai ridotti allo stremo, fino al 23 giugno del 1863; in questa data Bozza promise un reintegro degli operai licenziati, ma ad una condizione, che vede a la riduzione degli stipendi di tutti di lavoratori.
Il 6 agosto di quello stesso anno, i 458 operai rimanenti entrarono nuovamente nello stabilimento per scioperare, stavolta con più decisione.
Fu inviato un gruppo di bersaglieri, comandato da generale Nicola Amore, poi sindaco di Napoli. A quel punto gli operai aprirono i cancelli della fabbrica per parlare in maniera pacifica, ma i militari caricarono anche sui lavoratori in fuga.
Persero la vita 4 operai (Luigi Fabbricini ed Aniello Marino, mentre Domenico Del Grosso ed Aniello Olivieri ), mentre altri 17 furono trasportati all’ospedale Pellegrini perché gravemente feriti.
Un altro evento che designa l’ennesima pagina nera nella storia di Napoli e di tutto il Sud Italia. Un evento che in pochi conoscono e che merita tutta l’attenzione di noi figli del Sud.
Ovviamente, noi invitiamo tutti a commentare e ad aggiungere quanto più ne sapete in merito. Perché è importante conoscere ed è importante tenere vive le coscienze di tutti noi!
Sabrina Sacco
Presa dal web
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